Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan lo ha definito “il più grande disastro dal 1939”: il terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la notte scorsa la Siria settentrionale e la Turchia meridionale conta già oltre 1.900 vittime. Un numero che sembra purtroppo destinato ad aggravarsi, mentre si continua a scavare tra le macerie.
Il sisma è avvenuto alle 4.17 del mattino – corrispondenti alle 2.17 italiane – con epicentro nei pressi di Gaziantep, città del sud est della Turchia a una cinquantina di chilometri dal confine siriano, dove si contano vittime soprattutto ad Hama, Aleppo e Latakia. Migliaia gli edifici distrutti dal sisma, le ricerche sono tutte concentrate a individuare e soccorrere le persone rimaste sotto le macerie.
Niente politica, solo mani tese da tutto il mondo
Tutto il mondo si sta mobilitando per accorrere in aiuto delle popolazioni colpite dal sisma. Il presidente russo Vladimir Putin è già in contatto con il regime di Bashar al-Assad che ha subito accettato i soccorsi e nelle prossime ore sentirà anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Gli Stati Uniti “sono profondamente preoccupati per le notizie del terribile terremoto di oggi in Turchia e in Siria. Siamo pronti a fornire tutta l’assistenza necessaria. Il Presidente Joe Biden ha incaricato l’USAID di valutare le opzioni di risposta degli Stati Uniti per aiutare le persone più colpite. Continueremo a monitorare da vicino la situazione in coordinamento con il governo della Turchia”, si legge nel comunicato della Casa Bianca.
Israele invierà aiuti non solo in Turchia ma anche in Siria, malgrado l’assenza di relazioni diplomatiche e i due Paesi siano ancora tecnicamente in guerra. È quanto riferiscono le fonti ufficiali: il premier israeliano Benjamin Netanyahu, infatti, ha precisato che “squadre mediche e di ricerca” voleranno in Turchia dopo “la richiesta del governo turco”. “Abbiamo ricevuto la richiesta di fare altrettanto per i molti che sono rimasti feriti nel terremoto in Siria”, ha aggiunto Netanyahu, informando di aver ugualmente acconsentito.
Anche la Grecia ha assicurato “ogni aiuto possibile alla Turchia” così come la Cina, disposta a fornire assistenza umanitaria e di emergenza a Turchia e Siria. Lo ha reso noto il portavoce della China International Development Cooperation Agency, Xu Wei, citato in un comunicato diffuso dai media cinesi, che ha espresso cordoglio per le vittime del terremoto. “La Cina è disposta a fornire assistenza umanitaria di emergenza a Turchia e Siria”, si legge nella nota emessa dall’agenzia che si occupa del coordinamento degli aiuti cinesi all’estero.
Italia in prima fila con i Vigili del Fuoco. Come ha scritto su Twitter il Vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, “la Turchia ha accettato l’aiuto del team di ricerca e soccorso italiano dei Vigili del fuoco: alle 14.15 è partita la squadra di ricognizione della nostra Protezione civile. A breve partirà anche quella operativa di soccorso. L’Italia si contraddistingue sempre per la sua solidarietà”.
In mattinata è stato il capo dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ad annunciare la disponibilità dell’Italia nel fornire soccorsi alla Turchia. “Il meccanismo funziona così: c’è il Paese che richiede, in questo caso la Turchia. Altri paesi che offrono, tra cui l’Italia. I team sono variabili, si cerca di caratterizzarli in base alle richieste e ai luoghi. È personale molto specializzato sulla ricerca e soccorso”, ha spiegato Curcio.
Nella nota di Palazzo Chigi, “Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni segue costantemente, aggiornata dal Dipartimento della Protezione Civile, gli sviluppi del devastante terremoto che ha colpito la Turchia, al confine con la Siria. Esprime vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite. La Protezione Civile italiana ha già fornito la propria disponibilità per contribuire al primo soccorso”.
In copertina, foto dalla città siriana Ad Dana, fonte ong Still I Rise