In una nota alla stampa, l’onorevole del Movimento 5 Stelle Arianna Spessotto si esprime in maniera decisa contro l’analisi multicriteria per i percorsi alternativi delle grandi navi:
“Non c’è traccia della bioraffineria dell’ENI all’interno dell’Analisi Multicriteria realizzata dall’Autorità di Sistema Portuale di Venezia, azienda che, come per magia, scompare dal novero di quelle considerate a rischio rilevante di incidente.
L’Analisi liquida in una sola paginetta la valutazione del rischio, limitandosi peraltro ad individuare nel terminal Montesyndial, l’unico caso incompatibile per ‘rischio rilevante’. C’è da chiedersi allora dove è finita, nella planimetria risalente al 2015 e riportata nello studio, la valutazione del rischio per lo stabilimento Eni, a pochi passi dal quale verrebbero posizionate le mega navi, secondo l’ipotesi Porto Marghera.
Il Ministro dei Trasporti Delrio – che ha presieduto il Comitatone – e quello dell’Ambiente Galletti dovranno ora rispondere a queste domande – contenute nell’interrogazione parlamentare a mia prima firma, depositata in questi giorni in Parlamento – e chiarire i motivi da parte del Governo di questa clamorosa svista che rischia di non tenere in dovuta considerazione i rischi rappresentati dalla presenza della raffineria dell’Eni.
Il M5S aveva già denunciato a tutti i livelli istituzionali – Autorità portuale compresa – e prima che fosse resa pubblica la relativa documentazione, tutti i rischi legati alla vulnerabilità ambientale della soluzione Marghera, che colloca i giganti del mare – nel documento si fa menzione di navi superiori addirittura alle 200 mila tonnellate di stazza – in una zona classificata come “area industriale e sito ad alto rischio ambientale”, considerata la presenza di molte attività a rischio di incidente rilevante e dove solo il 23% delle aree totali sono state bonificate. Né nel documento si fa menzione di un piano di emergenza da attivare nel caso di incidente industriale che presupponga l’evacuazione delle grandi navi!
Inoltre, faccio notare che l’Analisi Multicriteria delle alternative risale allo scorso mese di settembre: come mai il presidente dell’Autorità portuale, Pino Musolino, che ora si erge a paladino della trasparenza, non ha reso immediatamente pubblico il documento, quando lo chiedeva il M5S – facilitando un effettivo confronto e il dibattito pubblico – ed ha invece preferito aspettare di essere sommerso dalle numerose richieste di accesso agli atti prima di renderlo disponibile?
L’Analisi – come confermato peraltro nelle premesse dello stesso documento – non è altro che la risposta consenziente alle pressioni del mercato crocieristico, con il solo scopo di difendere le esigenze imprenditoriali di pochi privati, a discapito di una crocieristica minore e dall’impatto ambientale decisamente più contenuto, e di un turismo meno invasivo e di maggior qualità, come da sempre sostenuto dal M5S.”