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Giornata internazionale contro l’omofobia, bifobia e transfobia

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Dal 2004 ogni 17 maggio si ricorda l’IDAHOBIT (International Day Against Homophobia, Biphobia, Transphobia). Una giornata per sensibilizzare, prevenire e contrastare l’omofobia, bifobia e transfobia.

“Sai cosa mi interessa della sessualità di quel personaggio famoso? Che i fatti suoi se li faccia in casa”

Quante volte abbiamo letto commenti simili (e questo è anche il più carino) sotto a post sui Social o articoli di giornale in cui persone famose fanno Coming Out e raccontano della loro vita sentimentale. Più o meno sempre. Mentre se a farlo è un eterosessuale cambia tutto, anche se gli Haters ormai sono ovunque.

Come si fa a dire che l’omofobia non esiste quando ancora nel 2023 una persona omosessuale, bisessuale o transessuale non può dire nel proprio posto di lavoro, a scuola o nella società in genere le sue attitudini sessuali o con chi sta, pena il licenziamento, il mobbing o l’esclusione sociale.

Per quanto una persona possa viverla bene e alla luce del sole, non può sapere mai chi si trova davanti, come potrà reagire. La paura di camminare per strada e prendere per mano la persona che ama ed essere offeso o, peggio, picchiato. Il non poter mai dire chiaramente che si convive, si ha dei suoceri e magari dei figli.

L’omofobia è presente nella nostra società ogni giorno, con frasi fatte, con falsi stereotipi, con i sorrisini e le risate di circostanza. Parole e gesti che feriscono le persone non solo fisicamente, ma soprattutto psicologicamente. Persone che non sempre riescono a sopportare tutto questo odio, quando non si fa altro che amare.

Non si può capire quanto sia difficile la vita di una persona omosessuale, bisessuale o transessuale. La sofferenza, l’accettarsi, il capirsi, l’esternarlo al mondo circostante. Anni di: “Ma magari è solo un periodo, è una moda, sei solo confuso/a.” I genitori che, se ti va bene e non ti buttano fuori di casa, ti dicono: “Mi raccomando, non dirlo in giro“. Come se avessi commesso un omicidio. Amici che dopo decenni ancora sperano che tu possa tornare “normale”.

Ma cosa vuol dire essere normale?

“Omofobia, bifobia e transfobia costituiscono un’insopportabile piaga sociale ancora presente e causa di inaccettabili discriminazioni e violenze, in alcune aree del mondo persino legittimate da norme che calpestano i diritti della persona.

Dal 2007, quando venne istituita dal Parlamento Europeo la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, la sensibilità della coscienza collettiva verso questi temi si è accentuata. L’azione di contrasto ai numerosi episodi di violenza che la cronaca continua a registrare non può cessare.

Contro le manifestazioni di intolleranza, dettate dal misconoscimento del valore di ogni persona, deve venire una risposta di condanna unanime.

È compito delle istituzioni elaborare efficaci strategie di prevenzione che educhino al rispetto della diversità e dell’altro, all’inclusione.

Gli abusi, le violenze, l’intolleranza, calpestano la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea e la nostra Costituzione che proprio nell’articolo 3 riconosce pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di tutti i cittadini, garantendo il pieno sviluppo della persona umana”.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

L’omosessualità e la bisessualità esistono dall’alba dei tempi in tutte le società più evolute dall’antichità a oggi. Eppure, fino al 17 maggio 1990, era considerata una malattia mentale dall’organizzazione mondiale della sanità. Ora ogni anno, in quel giorno, questa giornata è dedicata a sensibilizzare e soprattutto contrastare l’incessante odio verso il diverso.

Ma diverso da chi?

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