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Domani si discute in aula la legge veneta ammazzalupi

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Domani andrà in votazione, nell’Aula del Consiglio Regionale, la Proposta di Legge Regionale “MISURE DI PREVENZIONE E DI INTERVENTO CONCERNENTI I GRANDI CARNIVORI”, fortemente voluta dalla maggioranza nonostante configuri gravi profili di illegittimità costituzionale, così come dimostrato dalle identiche leggi che la scorsa estate sono state approvate dalle province Autonome di Bolzano e Trento. Leggi che hanno subìto l’immediata censura del Ministro Costa che ne ha annunciato l’impugnazione avanti la Corte Costituzionale.

 

Ma evidentemente la lezione subita dalle due Province Autonome non è stata compresa dai Consiglieri veneti, che si accingono ad approvare una legge che è già risaputo che non potrà mai produrre effetti, configurandosi esclusivamente come un’operazione di propaganda politica voluta da alcuni Consiglieri già noti per le loro posizioni antilupo.

 

“Appena la legge sarà approvata presenteremo immediatamente istanza alla Presidenza del Consiglio dei Ministri perché sia subito impugnata avanti la Corte Costituzionale – dichiara Mara Garbuio, responsabile della sede LAV di Treviso – non possiamo tollerare un atto di tale arroganza politica che non ha nulla a che vedere con la prevenzione dei conflitti con le attività umane”.

 

È infatti risaputo che l’uccisione dei lupi non contribuisce affatto alla prevenzione delle predazioni, che possono addirittura aumentare a causa della destrutturazione dei branchi. Solo l’adozione di serie misure di prevenzione può garantire la presenza delle attività umane nei territori occupati dai lupi.

 

“Se anche un solo lupo dovesse essere ucciso a causa dell’approvazione di questa legge-farsa, faremo immediatamente ricorso alla Corte dei Conti per il danno erariale prodotto dai Consiglieri Regionali che l’hanno approvata – conclude la LAV”.

 

Bisogna infatti ricordare che solo pochi mesi fa l’ex Presidente della Provincia di Bolzano e un suo funzionario sono stati condannati al pagamento di un milione di euro per il danno prodotto al patrimonio dello Stato, proprio per aver consentito l’uccisione di animali protetti.

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