Tutto torna alla pseudonormalità, il secondo giorno di sciopero ha marinato e la revoca è stata servita, è tutto riaperto in puro stile gattopardo.
Ma le ire restano, dopo la pubblicazione il 14 gennaio scorso del Decreto sulla trasparenza dei prezzi del carburante, che prevede che i gestori degli impianti, oltre a comunicare ogni santo giorno le proprie tariffe al ministero, debbano esporre nel proprio punto vendita i prezzi medi regionali.
Chi trasgredisce? Un cartellino giallo che parte dai 500 euro fino al cartellino rosso e 6 mila euro e, dopo la terza violazione la sospensione dell’attività lavorativa dai 7 ai 90 giorni, un Daspo.
E quindi tutta una cartellonista da creare e predisporre, in un bailamme dove poter ristabilire verità tra accise, speculazioni e adempimenti confusi non sarebbe male per il bene di tutti, benzinai in primis.
E perché in autostrada il carburante costa di più? Ci dicono dalla regia che tutto è dovuto dai costi maggiori per mantenere attivo il servizio e lo scarico verso gli automobilisti è l’azione salvifica.
Ed ecco che allora un pieno in autostrada lambirebbe una bella bottiglia di Sassicaia.
Con buona pace della Professoressa Viola.
Instacul di Mauro Lama