Secondo i dati OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) l’Italia è il secondo Paese in Europa, dopo la Grecia, per incidenza di lavoratori autonomi. Nel contesto della forza lavoro nazionale è inquadrato come lavoratore autonomo il 21,8% del totale, rispetto al 14,5% della media nell’Unione europea. Nonostante la diffusione di questo modello lavorativo, aprire e gestire una partita IVA è un processo poco intuitivo, che comporta diverse difficoltà e spesso notevoli perdite di tempo per chi lo intraprende. Vediamo allora contro quali ostacoli si scontra chi decide di iniziare la carriera da freelance e in che modo possono essere superati.
Perdere giorni di lavoro significa perdere guadagni
Aprire la partita IVA senza essere esperti in materia richiede prima di tutto di dedicare tempo alla ricerca di informazioni aggiornate e affidabili sui diversi passaggi da seguire. Sebbene siano disponibili oggi numerose fonti di informazione online, non è sempre facile capire quali applicare alla propria situazione specifica. Oltre a orientarsi sulle procedure burocratiche è infatti necessario identificare quale forma giuridica è più idonea alla propria attività, qual è il codice ATECO corretto per identificarla, e altro ancora. Non di rado, questa fase di ricerca si protrae ben oltre i tempi previsti, con un effetto a catena sulle altre attività lavorative in programma.
Dopo aver capito come muoversi serve poi tempo per raccogliere tutti i documenti necessari prendendo contatto con gli uffici competenti. Purtroppo gli enti istituzionali in Italia non sempre brillano per efficienza e rapidità: dover interagire con Agenzia delle Entrate, INPS e nel caso di commercianti e artigiani anche CCIA può causare una buona dose di frustrazione.
Le procedure di apertura della partita IVA possono richiedere oltre cinque giorni lavorativi, durante i quali si è costretti a posticipare le normali mansioni lavorative. Per un freelancer perdere tempo significa ridurre le proprie entrate, farsi sfuggire possibili collaborazioni, o mancare la scadenza di un progetto. E tutto questo soltanto per le procedure burocratiche iniziali, senza contare poi le ore da dedicare alla contabilità, alla dichiarazione dei redditi e alla fatturazione.
Fare errori ha conseguenze serie
Chi si accinge ad aprire una partita IVA senza cognizione di causa corre il rischio concreto di fare errori. In questa situazione, uno sbaglio in buona fede può tradursi in problemi più complessi da risolvere in futuro, come multe o richieste di chiarimenti da parte del fisco.
Senza supporto da parte di un professionista è inoltre complesso calcolare con precisione quanto sarà necessario pagare in spese e imposte nel corso dei primi anni di attività. Per chi lavora come freelancer, è buona pratica mettere da parte per tempo la somma da destinare a tasse e altre uscite programmate, così da evitare difficoltà quando queste sono dovute. In molti casi può esserci però confusione su quanto si dovrà corrispondere, con conseguenti difficoltà nella gestione e pianificazione delle finanze della propria attività.
Come semplificare l’apertura della partita IVA
Decidere di diventare lavoratore autonomo non significa dover fare per forza tutto da soli. Sapere quando è il momento di delegare ad altri alcune mansioni è uno degli elementi chiave per avere successo in questo tipo di percorso nel lungo termine. Chi ha la fortuna di conoscere qualcuno esperto in materia può provare a rivolgersi a questa persona, magari proponendo uno scambio di competenze o di tempo.
Il modo più immediato per aprire partita iva online gratis è dunque necessario rivolgersi a piattaforme digitali come Xolo attraverso cui delegare le procedure senza ritardi, fornendo semplicemente codice fiscale, documento di identità e una breve descrizione della propria attività. Registrandosi a un servizio in abbonamento che include supporto per contabilità, dichiarazione dei redditi e altre pratiche necessarie l’apertura della partita IVA è gratuita e richiede soltanto un giorno lavorativo.
Chiedere supporto per tutelare la propria salute mentale
Un fattore spesso trascurato quando si parla dei passaggi necessari per diventare lavoratore autonomo è l’affaticamento mentale che spesso ne deriva. Tra le informazioni nuove da trovare, i numerosi passaggi da seguire per essere a norma e la paura di fare errori, non è raro sentirsi presto sopraffatti. Mettersi in proprio è di per sé un salto nel vuoto: per quanto le nuove sfide possano apparire entusiasmanti, rimangono diversi elementi di incertezza che possono causare preoccupazioni e ansia. Se a ciò aggiungiamo i numerosi ostacoli iniziali legati alla burocrazia, si parte già con una dose di stress notevole che può avere un impatto negativo sulla capacità di pianificare, prendere decisioni, svolgere le proprie mansioni e di conseguenza gestire serenamente la propria attività. La sindrome da burnout, anche per i freelance, è un rischio da non sottovalutare e che comporta conseguenze serie per la salute fisica e mentale nel lungo termine. Affidarsi a un servizio professionale nelle fasi iniziali della propria attività non solo semplifica le cose dal punto di vista pratico, ma alleggerisce inoltre il carico mentale a cui si è esposti. È quindi un’opzione da valutare attentamente per potersi dedicare al cento per cento alla ricerca di nuovi clienti e allo svolgimento di progetti interessanti, evitando magari anche un paio di notti insonni.