“L’arroganza non paga, anzi costa. Centinaia di migliaia di euro per una bocciatura che era scontata. In pochi giorni Zaia ha incassato una doppia batosta, inevitabile conseguenza di una politica vuota di contenuto. A Venezia come in Bahrein stesso risultato: prima l’inno e adesso le Colline del Prosecco. Sia mai la volta buona che si metta davvero a lavorare per risolvere i veri problemi del Veneto”. Così Graziano Azzalin commenta la notizia arrivata da Manama, dove la candidatura delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene a Patrimonio Unesco è stata respinta con 12 voti contrari e nove favorevoli. Le osservazioni di Icomos riguardanti unicità e storicità del paesaggio sono risultate dunque fondate.
“Il presidente non ci ha neanche messo la faccia, mandando in Bahrein l’assessore Corazzari, ben sapendo che l’esito era scritto. La Giunta continua a mascherare la propria incapacità politica dietro provvedimenti propagandistici, in una campagna elettorale permanente. Le leggi identitarie, ‘prima i veneti, regolarmente impugnate per incostituzionalità, l’inno da inserire in Statuto, stoppato dalla stessa maggioranza, poi la battaglia per il riconoscimento Unesco finita nel nulla. A favore c’erano i Paesi del sud come Tunisia e Tanzania, contrari tra gli altri Francia e l’Ungheria dell’amico di Salvini Orban. Insomma si è sempre a sud di qualcuno, chissà che la Lega non impari la lezione e ne guadagni anche in termini di umanità. Si sapeva che non c’erano i presupposti per ottenerlo, eppure Zaia ha speso centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici e illuso un intero territorio, incentivando (direttamente e indirettamente) gli agricoltori a produrre Prosecco, senza preoccuparsi delle conseguenze”.
“Per la valorizzazione di un’area non c’è bisogno di un patentino o di un riconoscimento universale, che devono semmai arrivare come conclusione di un percorso e da uno sviluppo che sia sostenibile e compatibile – conclude il consigliere dem – La Regione se vuole davvero aiutare i produttori abbandoni slogan e avventure velleitarie, incentivi invece una vera riconversione, riducendo drasticamente l’utilizzo di sostanze chimiche dannose per l’ambiente e per la salute”.
Sul tema della candidatura respinta dall’Unesco si batte anche il consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni, dicendo: “La specificità e la bellezza di questo territorio meritano senza dubbio dei riconoscimenti, ma è inimmaginabile che vengano dati a un’area in cui vengono utilizzate migliaia di tonnellate di sostanze chimiche di sintesi dannose per la salute umana e l’ambiente”.
“È la terza bocciatura incassata dalla Regione, davvero non capisco l’entusiasmo di Zaia e Corazzari convinti che riproponendo il dossier l’anno prossimo finalmente otterranno il ‘bollino’ Unesco. Serviranno ulteriori studi e altri soldi, come se finora ne fossero stati spesi pochi. Solo dalla Regione sono arrivati 433mila euro, a cui si aggiungono i 90mila della Provincia di Treviso e i finanziamenti di Camera di Commercio e Consorzi. Ufficialmente siamo a 763mila euro, ma sulle cifre non c’è mai stata sufficiente chiarezza. È uno spreco immane di denaro pubblico, di cui Zaia dovrà rendere conto. La smetta con le avventure propagandistiche e si occupi dei veri problemi dei veneti. Inclusa, certo, la valorizzazione delle Colline della Marca”.
“Vogliamo davvero promuovere questo territorio, farlo diventare sempre più appetibile per il turismo e vantarci di un prodotto a livello internazionale? Ci sono delle modalità e dei mezzi utili allo scopo e, soprattutto, amici di biodiversità, ambiente e della salute dei cittadini che vivono nelle Colline del Prosecco. Questa agricoltura va riconvertita a un modello totalmente biologico, libero da prodotti chimici di sintesi che poi vanno a finire nei nostri fiumi arrivando poi nelle nostre tavole. Una svolta – conclude Zanoni – che Zaia ha più volte annunciato con slogan roboanti ma che non ha ancora trovato conferme in provvedimenti concreti”.