Il presidente russo Putin ha approvato la legge Duma: da oggi sono quindi proibiti i sistemi che nascondono l’origine della connessione e la navigazione segreta su internet.
Per gli utenti saranno vietati i servizi vpn, “virtual private network” . Secondo Leonid Levin, capo della Commissione parlamentare per la politica dell’informazione, “il nuovo provvedimento non introduce nuovi divieti per i cittadini che rispettano le legge”. L’obiettivo, secondo Levin, è solo proibire l’accesso a contenuti illegali.
Secondo altri le cose stanno però diversamente, molti considerano infatti le leggi approvate con scopi antiterroristici “un pretesto per bloccare contenuti politici spesso senza alcun intervento giudiziario”.
Il provvedimento che entrerà in vigore a Novembre si allinea con ciò che è accaduto lo scorso weekend, quando Apple ha rimosso le applicazioni che danno la possibilità di creare vpn, cioè collegamenti “sicuri” fra i propri dispositivi e i server di chi offre il servizio per poi ricomparire su internet, dall’App Store cinese.
In Russia la situazione è ancora più drammatica considerando che la legislazione sta diventando sempre più chiusa nel corso degli anni. Dal 2015, per esempio, tutti i dati raccolti da cittadini russi devono essere archiviati in server situati entro i confini. Dallo scorso anno i fornitori di servizi sono obbligati a conservare il traffico degli utenti e il contenuto di tutte le comunicazioni per un periodo di sei mesi e i relativi metadati per tre anni. La cosa più sconvolgente è che i servizi che crittografano i dati, dalle chat ai social network, sono costretti a garantire una “backdoor“, cioè un accesso, alle forze di sicurezza russe.