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Alvaro Recoba, Rondò veneziano

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Nel calcio esistono squadre che hanno trionfato e squadre che hanno marcato un’epoca. Tuttavia, alcuni club hanno fatto apparizioni fugaci ai massimi piani per lasciare comunque una traccia ben visibile anche dopo soltanto una stagione; è proprio questo il caso del Venezia di Alvaro Recoba. La società veneta, il cui miglior piazzamento in assoluto in Serie A è un terzo posto datato 1942, visse una stagione strepitosa nell’anno 1998-99, quando registrò 42 punti e venne trascinato dall’estro del fantasista uruguayano. L’allora squadra conosciuta come Associazione Calcio Venezia, aveva iniziato il campionato di Serie A, dove era stata promossa l’anno prima, in maniera stentata, senza riuscire a staccarsi dal fondo. Ma, un brillante colpo di genio dell’allora presidente Maurizio Zamparini permise a Recoba di approdare in prestito sulla laguna. Fu un’intuizione brillante dell’ex patron veneto, il quale approfittò del fatto che il talentuoso sudamericano giocasse poco nell’Inter, dove era arrivato un anno e mezzo prima.
 
La squadra nerazzurra, all’epoca, era una delle più forti del campionato ed era tra le candidate alla vittoria del titolo secondo i pronostici per chi scommette online sul calcio. In quella squadra, però, Recoba non trovò troppo spazio e per questo fu mandato a farsi le ossa al Venezia. Mai scelta fu più azzeccata. Il mancino di Montevideo, conosciuto come “El Chino”, aveva collezionato fino al gennaio del 1999 solo una presenza in nerazzurro. Con la maglia del Venezia, invece, il suo sinistro iniziò a spaventare ogni tipo di avversario. La sua abilità tecnica, mista a un tiro al fulmicotone, lo resero l’idolo assoluto dello stadio Pierluigi Penzo, che sebbene registrò la peggior media di spettatori in quella stagione fu teatro di grandissimi esibizioni da parte del sudamericano, che trovò nel centravanti Filippo Maniero un partner ideale per andare spesso a rete. 
 
Dal suo arrivo in poi il Venezia risalì in classifica, lasciandosi così dietro sempre più concorrenti per la salvezza. L’apporto di Recoba fu fondamentale, come ben dimostrano le statistiche del suo rendimento. Il fantasista uruguayano realizzò 11 reti in 19 partite, oltre a un notevole numero di assist, il tutto dando spettacolo con giocate d’alta scuola che al Penzo non erano mai state di casa. Indimenticabile fu la sua tripletta alla Fiorentina il 14 marzo 1999, quando un attonito Gabriel Omar Batistuta restò impallidito dalla prestazione del Chino. Per non parlare di Francesco Toldo, all’epoca tra i migliori portieri del mondo, che venne freddato in più riprese dal sinistro magico di Recoba, che quel giorno entrò una volta per tutte nel cuore dei tifosi del Venezia.
 
L’anno successivo, però, complice il ritorno dell’uruguayano in nerazzurro, il Venezia retrocesse e da quel momento non riuscì più a tornare ai piani alti del calcio giocato. La nostalgia delle giocate e dei goal del Chino si sente ancora sulle tribune del Penzo, con la squadra attualmente in Serie B. L’impronta lasciata da Recoba sulla Laguna è stata storica e accompagnerà per sempre la sana nostalgia dei tifosi veneziani.

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