La famiglia e l’orfanotrofio, con il padre che muore prima ancora che lui venga alla luce a Milano e la madre con altri tre figli che bussa ai “Martinitt” per salvare Leonardo, che nel frattempo aveva preso il nome del padre.
E i Martinitt diventano la sua nuova famiglia dove il piccolo Leonardo compie i primi passi e oltre, perché in questi casi lontano da agi e genitori c’è da mettere subito la quinta per diventare uomini.
Il bambino lo capisce al volo suo malgrado e dopo le scuole medie varca una fabbrica di coppe e medaglie la “Johnson” dove entra come garzone.
Ma è ovvio non si limita a questo e in Accademia di Brera si iscrive ad un corso di incisione e design.
La grinta e la volontà sono tipiche di quei ragazzi graffiati dalla vita che fanno del loro talento lo strumento per risorgere e ridare fiato ad un puzzle difficile, che sembra aver smarrito qualche pezzo.
A 22 anni via da Milano per il Trentino per un lavoro da operaio e subito dopo Agordo, il paese del suo destino, per poter aprire una piccola bottega di montature per occhiali da cui nasce Luxottica con i primi 14 dipendenti.
Poi il boom inarrestabile fino ad arrivare in cima al mondo, con il suo inimitabile profilo di self made man di stampo anglosassone, inarrivabile per scelte, idee e innovazioni, 80.000 dipendenti e 9.000 negozi.
Oggi la scomparsa a 87 anni nella sua amata città Milano e gli onori del ghota dell’imprenditoria e della politica.
Ma rIavvolgendo il nastro emotivo tutto torna ai Martinitt e all’oratorio di San Martino da cui prende il nome e quelle due mani materne che implorando trovarono altre due mani piene d’amore.
Tutto il resto è una splendida storia figlia di questo gesto.
Photo by Luxottica
Zero Biscuit di Mauro Lama