Quest’anno gli eventi saranno limitati a causa del Covid, ma si terrà la deposizione della corona di alloro presso i monumenti ai Caduti nelle città dove previsto
Si celebra oggi, 4 novembre, la Giornata dell’Unità nazionale e la Festa delle Forze armate, festa ufficiale italiana che da un lato ricorda l’annessione di Trento e Trieste al Regno d’Italia che andarono in questo modo a costituire l’Unità nazionale, e dall’altro commemora di tutti i soldati caduti in guerra.
Mentre a Roma, come ogni anno, le più alte cariche dello Stato italiano si recano all’Altare della Patria per deporre una corona d’alloro alla tomba del Milite Ignoto, con l’Inno di Mameli in sottofondo e le Frecce Tricolore nel cielo della capitale, in Veneto l’assessore regionale all’Istruzione Elena Donazzan rivolge un sentito messaggio al mondo della scuola, in occasione di questa ricorrenza.
Assessore Donazzan alla scuola veneta: “La storia insegna che dai momenti difficili uniti si esce”
“Vi appello in questo modo immaginandovi uniti in questo ennesimo momento di incertezza e difficoltà in cui la pandemia continua a lasciarci, privati delle nostre sicurezze, delle più belle relazioni di affetto e di empatia che un abbraccio, una stretta di mano, un gesto affettuoso suscitano. Una situazione che fatichiamo a comprendere e che lascerà certamente nelle nostre vite lacune, dolore e disorientamento”.
“Ho scelto di mandare a Voi tutti un messaggio di vicinanza e di sostegno oggi, 4 novembre, che per l’Italia, fino a qualche decennio fa, era festa nazionale, festa che celebrava l’attesa unità e la Vittoria nella Prima Guerra Mondiale. Fu quella una guerra devastante, che colpì duramente la società di allora ed i nostri territori in special modo. Il Veneto fu teatro delle più dure ed epiche battaglie, fu protagonista delle pagine dolorose ed eroiche della storia nazionale, fu devastato nei suoi borghi e nei suoi monti e fu poi luogo di costruzione dei monumenti alla memoria”.
“Gli uomini e le donne di allora erano come noi – spiega in dettaglio l’Assessore – le loro paure, sono anche le nostre, i loro affetti sono anche i nostri, le loro speranze per una vita migliore, sono le stesse che abbiamo noi oggi. Passarono da una guerra devastante, ma seppero guardare al domani e rialzarsi. Vi invito a leggere qualche pagina di diario di guerra di qualche valoroso soldato, vi invito ad approfondire quanto successe sui nostri territori per avere la convinzione che anche dai momenti più difficili si esce e ci si può rialzare”.
La lettera si conclude con un messaggio di speranza a tutto il mondo della scuola veneta, che in questo 2020 ha vissuto e sta vivendo in una condizione che non ha eguali nella nostra storia recente.
“Credo però ci sia una condizione: fare il nostro dovere, farlo fino in fondo, non farsi abbattere dalle paure, ma mostrare coraggio e dignità – conclude Elena Donazzan. – Ciascuno al proprio posto e per il ruolo che ha, docente, tecnico, ausiliare, studente, politico. La scuola è il luogo dell’essere, della educazione, della formazione alla vita, anche e soprattutto alla vita di comunità”.